I Pink Floyd tornano il 10 Novembre 2014 con un nuovo Album prevalentemente basato sulle sessioni strumentali di Division Bell, fa indicare che anche Gilmour e Mason hanno entrambi contribuito con materiale nuovo appena registrato per il set.
Scopri insieme a noi come i Pink Floyd hanno fatto a diventare la Band Rock numero 1 al mondo.
LA STORIA DEI PINK FLOYD – Certe band si trasformano in un caposaldo per lo stile e per il suono, e i Pink Floyd appartengono a quel gruppo d’elite. Il nome stesso connota qualcosa di specifico: un unico echeggiante, elastico e psichedelico suono che evoca le voragini dello spazio.
I Pink Floyd han fatto proprio questo suono senza limiti, ma con esigenti esplorazioni delle problematiche dell’ego di tutti i giorni, la mente, la memoria, il cuore, toccando pazzia, alienazione, narcisismo e la società come nei loro concept-album degli anni ’70. Di questi concept album, Dark Side of the Moon risuonava come il più forte, guadagnando nuovo pubblico anno dopo anno, decennio dopo decennio, e la sua longevità ha un motivo. Quella del concept album del 1973 distillava la psychedelia selvaggia dei primi anni della band – quel periodo, inebriante quando elaborato da Syd Barrett – lento, scolpito e mentalmente e visualmente epico quando ideato da Roger Waters, il bassista che era de-facto il leader della band nel anni ’70. Waters alimentò gli anni d’oro della band, concependo i poemi epici come Wish You Were Here e The Wall, ma la band sopravvisse alla sua partenza negli anni ’80, grazie al chitarrista David Gilmour, chiave di volta in A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell. Nel corso degli anni, il batterista Nick Mason e il tastierista Rick Wright si sono sempre distinti, come firma sonora della band che era sempre evidente: un grande, suono espansivo che era immediatamente riconoscibile come proprio, continuamente adottato da tutti i tipi di band, dai cultori della chitarra a metallari, dai duo hippy degli ambienti elettronico. A differenza di quasi tutti i loro coetanei imitatori, i Pink Floyd giocano su entrambi i lati della partita: radicati nel blues, ma con un cuore alla ricerca del suono del futuro, una dicotomia che li ha resi una band moderna anche per il 20° secolo.
1965 L’INIZIO CON SYD BARRET – Quella influenza dal blues, rapidamente sublimata e solo occasionale negli assoli di chitarra di Gilmour, fu il punto cardinale per il nome stesso della band, in quanto il gruppo decise di unire i nomi di due riferimenti del blues – Pink Anderson e Floyd Council – come un omaggio alla musica americana che amavano così tanto. I membri dei primi Pink Floyd – il chitarrista e cantante Syd Barrett, il bassista Roger Waters, il tastierista Rick Wright e il batterista Nick Mason – erano tutti studenti di architettura al Politecnico di Londra, con l’eccezione di Barrett, che era uno studente d’arte e amico di Waters fin dall’infanzia. Questa versione della band iniziò a fare apparizioni regolarmente dal 1965, con Barrett diventare cantante leader del gruppo abbastanza rapidamente. Durante questo periodo, il gruppo si basò sul blues e sulle cover R&B, non diversamente da molti altri loro coetanei britannici, ma finirono per estendere la loro musica in inusuali giochi di suono strumentali, piantando così le basi di un suono spaziale che sarebbe tornato utile non molto più tardi. Durante il 1966, le performance sempre più particolari del gruppo diventarono qualcosa di sensazionale nell’ambiente underground di Londra, portando il gruppo ad un contratto con la EMI agli inizi del 1967. Il loro primo singolo, “Arnold Layne” (canzone che racconta la storia di un travestito che ruba gli indumenti stesi ad asciugare appartenenti alle studentesse di Cambridge), affiancato sul lato B da “Candy and a Currant Bun” (canzone di Syd con chiari riferimenti alle droghe dei tempi, chiamate Candy e Bun -pane ndr- per smorzarne i toni) viene pubblicato nel marzo del 1967, e viene vietato da alcune stazioni radio a causa dei suoi testi, ma il singolo vola nella UK Top 20 e il secondo singolo, “See Emily Play” (canzone che racconta di un trip di Emily, una ragazza sotto effetto di droghe) raggiunge la Top 10, preparando la strada per l’uscita del primo album (e unico di Syd Barrett) “The Piper at the Gates of Dawn“. Nel loro primo LP, i Pink Floyd virano verso una sperimentale ma d’avanguardia sperimentazione strumentale, in particolare di suoni elastici, con chiaramente riconoscibili in “Astronomy Domine” e “Interstellar Overdrive”, creando un album di notevole influenza non solo alla sua uscita ma ben oltre. Fu un successo nel Regno Unito, raggiungendo la sesta posizione in classifica.
1967 L’ARRIVO DI DAVID GILMOUR – La celebrità è però anche il catalizzatore delle già esistenti problematiche della band. Poco tempo dopo il rilascio di Piper, Barrett comincia a mostrare chiari segni di degenero mentale, al punto che spesso appare immobile sul palco e non suonare una nota. A questo punto, David Gilmour – ai tempi amico e collaboratore della band – viene chiamato come secondo chitarrista, con l’intenzione di supporto durante le performance live del gruppo, mentre Barrett continua a scrivere e registrare nuovo materiale. Questo si rivela ben presto uno scenario impossibile, fino a quando Barrett lascia il gruppo. A quel punto la band si ritrova senza alcun tipo di leader.
1968 ROGER WATERS DIVENTA LEADER DELLA BAND – Con l’abbandono da parte di Barrett, i membri dei Pink Floyd sviluppano una diversa identità musicale, espansiva e misteriosa, caratterizzata da esplorazioni strumentali cupe e, grazie all’impronta di Waters, da testi sardonici (cinici e scettici ndr). Questa transizione richiede del tempo. Nel 1968, pubblicano “A Saucerful of Secrets“, che contiene l’ultimo prodotto di Barrett per il gruppo, “Jugband Blues” e il gruppo scopre di volersi muovere in avanti, in particolare sulle sperimentazioni strumentali. A “Saucerful of Secrets” vede anche una lunga e proficua collaborazione con il team di design Hipgnosis di Storm Thorgerson; con il quale vengono progettate molte delle iconiche copertine degli album della band, tra cui “Dark Side of the Moon” e “Wish You Were Here”. Hipgnosis rende onore alle copertine degli album, e il contenuto degli album diventa il luogo in cui i Pink Floyd si vogliono concentrare da questo punto in avanti. Dopo la colonna sonora di “More“, il gruppo si sposta sotto l’etichetta della parte più rock-progressive della EMI, la Harvest, di cui diventa artista di punta del marchio a partire dal 1969 con il doppio LP “Ummagumma“. Diviso tra performance live e composizioni sperimentali da parte di ogni membro, il disco vola nella Top 10 in Gran Bretagna e prepara la band all’imminente culto dei Pink Floyd da parte degli Stati Uniti.
VERSO DARK SIDE OF THE MOON NEL 1973 – Il successivo album dei Pink Floyd, “Atom Heart Mother“, è caratterizzato da ampi contributi del compositore Ron Geesin e diventa il primo album della band a raggiungere il numero uno nel Regno Unito. La band intraprende un lungo tour di promozione per l’album e alla conclusione del tour la band approfondisce ancora di più la sperimentazione, grazie all’uso di uno studio vero e proprio. Il loro successivo album prodotto in studio, “Meddle” del 1971, porta infatti il frutto di questo lavoro, come poi nel 1972 per “Obscured by Clouds”, che è la una colonna sonora del film di Barbet Schroeder, “La Vallee”. Tutti gli esperimenti dei primi anni ’70 sono stati consolidati con l’arrivo del loro album del 1973, “Dark Side of the Moon“, un album che non ha precedenti nella loro carriera. Approfondendo la loro musica, e affilando lo stile dei testi, i Pink Floyd creano un complesso e lussuoso album di profondità e spazio infiniti. Parzialmente aiutato dal singolo “Money”, diventa un successo immediato, raggiungendo il numero uno nelle classifiche Billboard e piazzandosi al numero 2 nel Regno Unito, ma ciò che colpisce è la sua longevità.
“Dark Side of the Moon” una volta preso spazio nelle classifiche Billboard, lì vi rimase, settimana dopo settimana, per anni – per un totale di 741 settimane, ovvero in classifica per più di 14 anni.
Dark Side of the Moon diventa un classico della radio, ma anche un rito di passaggio, un album che si tramanda agli adolescenti quando questi si rivolgono alla musica, ed rimane l’album di riferimento per gli ascoltatori con il passare del tempo.
WISH YOU WERE HERE 1975 – Acclamate Superstar, i Pink Floyd scavano ulteriormente in profondità con Wish You Were Here, il loro sequel del 1975 di “Dark Side of the Moon”, che viene classificato come l’album di tributo a Syd Barrett (anche se in un’intervista recente Waters dichiara che per ispirarsi ai testi ha anche pensato molto a suo padre per quell’album ndr). Rispetto a Dark Side, Wish You Were Here non ha lo stesso grande successo, ma è certamente un successo, debuttando al numero uno nel Regno Unito e facendosi notare anche negli Stati Uniti. i Pink Floyd continuano a fare tour costantemente, spesso lavorando su nuovo materiale durante gli spostamenti. Ciò è particolarmente vero per Animals del 1977, album che ha le sue radici in diverse canzoni in onda già nel corso del tour di 2 anni prima.
THE WALL 1979 – Durante il tour di Animals, Waters ha un’esperienza difficile con una folla di fan di Montreal dove sputa su di un disturbatore ostile, ma usa questo episodio come la genesi dell’opera rock del 1979, “The Wall“. Co-prodotto con Bob Ezrin, “The Wall” può essere l’album più ambizioso dei Pink Floyd, il raccontare una storia semi-autobiografica di una sbandata rock star, ma diventa uno dei dischi di maggior successo della band, in cima alla classifica per tutti gli anni ’80 e si trasforma in un successo pop perenne come Dark Side. Parte del suo successo nel 1980 è dovuto a “Another Brick in the Wall, Part 2”, dove il motivo strumentale dell’album viene connotato da un ritmo beat e uno stile deautoritativo, diventando un genuino successo. Certo, il singolo aveva più a che fare con il successo dell’album che con la promozione dal vivo dell’album, poichè i Pink Floyd fanno solo una manciata di date nelle principali città. Tuttavia questi spettacoli, che consistono in un muro in costruzione sul palco durante il primo atto e un secondo atto in cui la band suona dietro di esso, diventano leggendari.
THE WALL IL FILM – I Pink Floyd tentano di girare The Wall sotto forma di un documentario, ma il progetto fallisce, così decidono di proporre un film diretto da Alan Parker e con Bob Geldof “Boomtown Rat” (disagiato di periferia) nel ruolo del protagonista. The Wall arriva nelle sale nel 1982 e diventa il film da vedere a mezzanotte. Un anno dopo, arriva The Final Cut – un ulteriore lavoro autobiografico di Waters, un analisi introspettiva delle proprie battaglie con Parker come protagonista in video – ma non si avvicina al successo degli album precedenti. Dietro le quinte infatti, le cose sono tese.
GILMOUR NUOVO LEADER 1984 – Rick Wright è stato cacciato durante le riprese di The Wall – è viene assunto come collaboratore esterno a contratto durante tutta la registrazione e il tour – e Waters se ne va dopo l’uscita di The Final Cut, assumendo che la band sia finita. Waters pubblica così il suo album di debutto da solista The Pros and Cons of Hitchhiking – un pezzo che era stato abbozzato dai Pink Floyd nel 1978, ma la band poi scelse The Wall invece – nel 1984, ma non molto tempo dopo, Gilmour e Mason dichiarano che intendono portare avanti la band dei “Pink Floyd”, e chiamano in giudizio il bassista Waters per i diritti per il nome Pink Floyd. Waters perde la causa e i Pink Floyd rilasciano “A Momentary Lapse of Reason” nel 1987, pochi mesi dopo Roger pubblica il suo “Radio KAOS”. IL cattivo sangue è evidente – le magliette del tour di Waters riportano la domanda: “Which One’s Pink?”, una vecchia lirica che ha ora maggiore risonanza – ma i Pink Floyd emergono vittoriosi, perchè “A Momentary Lapse of Reason” diventa un successo internazionale e, con esso collezionano alcuni singoli di successo, tra cui “Learning to Fly”, che è accompagnato dal primo video musicale della “nuova” band. Ancora più importante, la band colleziona importanti ritorni al box office durante tour, suonando in stadi esauriti in tutto il mondo. Questo tour è stato documentato dal vivo nell’album “A Delicate Sound of Thunder”.
A Momentary Lapse of Reason e The Division Bell 1994 – Il successo di “A Momentary Lapse of Reason” dei Pink Floyd ha permesso alla band di dettare i propri ritmi e di far prendere il loro tempo per tornare con un nuovo album, finalmente concretizzandosi nel 1994 con The Division Bell. Accolto da recensioni più accoglienti rispetto al suo predecessore, The Division Bell è un altro successo internazionale, e il tour di accompagnamento – che ha come caratteristica la performance di tutto l’album Dark Side of the Moon – è un grandissimo successo. Come prima, il tour è stato documentato da un album dal vivo – questo è stato chiamato Pulse, confezionato in opere d’arte accattivante con un vero LED pulsante nella confezione. Dopo questo, i Pink Floyd sono andati praticamente in pensione. Il gruppo è insignito nella Rock & Roll Hall of Fame nel 1996, mentre Gilmour pubblica alcuni album solisti, tra cui l’acclamato “On an Island”, ma la maggior parte dei loro sforzi si dedicata alla gestione del loro repertorio, rimasterizzata più volte, tra cui anche in tracce 5.1 in formato SACD nei primi anni 2000.
I PINK FLOYD ANNI 2000 – Mentre il nuovo millennio progredisce, una distensione si crea tra i rapporti tra i Pink Floyd e Waters, che culmina in una reunion inaspettata della formazione originale di Waters, Gilmour, Mason e Wright al concerto di beneficenza del 2005, Live Aid. La riunione è stata un successo travolgente, scatenando le voci di una sistemazione più permanente, ma Gilmour rifiuta. Invece, Waters dilaga con il suo tour – esibendo Dark Side of the Moon nella sua interezza, e poi rivolge la sua attenzione anche a The Wall, portandolo in tour per anni. Gilmour e Mason appaiano nel 2011 ad uno show a Londra, indicando che non vi è alcun rancore tra i due membri. Barrett intanto muore nel 2006 per cancro e nel 2008, Wright passa a miglior vita a causa della stessa malattia. Nel 2011, i Pink Floyd avviano un ambizioso progetto di riedizione denominato “Why Pink Floyd…?” caratterizzato da edizione multi-cd, rarità, box-set di Dark Side of the Moon, Wish You Were Here e The Wall; tra le esclusive, l’originale mix di Alan Parsons di Dark Side, brani live di contrabbando come “Raving e Drooling”, e varie demo.
2014 THE ENDLESS RIVER – Tre anni dopo, nel 2014, The Division Bell viene ristampato per celebrare il suo 20° anniversario, e in estate viene annunciato un nuovo album da rilasciare nel mese di ottobre. Intitolato THE ENDLESS RIVER, l’album prevalentemente basato sulle sessioni strumentali di Division Bell, fa indicare che anche Gilmour e Mason hanno entrambi contribuito con materiale nuovo appena registrato per il set.
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